di Cristina Di Giorgi
In occasione dei 150 dalla morte di Giuseppe Mazzini, sono diverse le iniziative editoriali messe in campo per celebrare l’importante ricorrenza. Tra esse ne spiccano in particolare due.
La prima è quella di Le Frecce Edizioni, che hanno voluto omaggiare il patriota con una nuova edizione, con prefazione di Federico Papa, del poco conosciuto saggio intitolato Dell’amor patrio di Dante.
Si tratta di un lavoro scritto da Mazzini in età giovanile, che intende non solo rendere onore al Sommo Poeta ma anche proporre importanti spunti di riflessione sulla storia passata dell’Italia. In quest’ottica nelle prime pagine Mazzini condanna la corruzione politica e tutti coloro che si sono genuflessi rispetto al potere. Secondo l’autore l’eccezione a questa tendenza è rappresentata dai poeti, che sin dai tempi dell’antica Grecia elevano la poesia a culto della patria e rappresentano la vera sostanza delle istituzioni. Nell’elencare poi vari letterati che hanno dimostrato le qualità poc’anzi indicate, l’autore menziona appunto Dante, che più di tutti a suo dire ha dato prova di amor patrio per la sua Firenze nonostante essa l’abbia bandito. Senza contare inoltre che, prosegue Mazzini, per Dante la patria non è solo la città gigliata ma l’Italia intera, con riferimento in particolare al secolo dantesco. Un secolo, il tredicesimo, di divisioni, divergenze politiche, dissidi e lotte tra fazioni che però non impediscono a Dante – si legge nella scheda editoriale del volume – di restare fiducioso e sognare l’unione di tutta la civiltà italiana; sogno che, in questo senso, lo lega profondamente a Mazzini. Il quale, a conclusione della sua aulica ed elegante disamina politico-letteraria, si rivolge agli italiani, esortandoli a studiare Dante e la sua opera.
La seconda pubblicazione che segnaliamo è quella di Francesco Carlesi intitolata Giuseppe Mazzini. Un italiano (Eclettica): si tratta di un saggio che vuole ripercorrere, con serietà e rigore, la storia e le idee di Mazzini, andando nello stesso tempo alla ricerca di spunti in grado di parlare ai lettori di oggi. Come quelli relativi a sacrificio, religiosità, senso di comunità, elevazione degli ultimi, rifiuto del materialismo e dell’individualismo. Ovvero, come sottolineato nella presentazione dell’opera, grandi passioni che Mazzini incarnò e pagò a caro prezzo e che, nonostante tutto, contribuirono a costruire l’Italia unita ispirando inoltre generazioni successive di politici e studiosi. Grandi passioni e idee che, va inoltre sottolineato, compongono un patrimonio di pensiero non univoco: sulla sua scia, infatti, nacquero associazioni e partiti che fecero dell’Europa, dell’uguaglianza, della democrazia e dei diritti umani i loro capisaldi. E al contempo ci furono il sindacalismo rivoluzionario, il movimento corporativo, Gentile e il fascismo che invece trovarono riferimenti fecondi nella religiosità, nell’interclassismo e nel patriottismo di Mazzini. Che con il passare del tempo e il mutare degli scenari sembra essere divenuto sempre più inattuale: nell’epoca del capitalismo finanziario, della modernità liquida, della globalizzazione e dell’attacco ai confini nazionali parlare di spiritualità, rinnovamento morale e Patria diventa quasi assurdo e anacronistico. E ne risulta la chiusura di Mazzini in un cassetto. Ecco allora che riprendere e recuperare il suo pensiero si fa storicamente importante ed anche necessario, perché nelle sue parole, nelle sue azioni e persino nei suoi fallimenti si può trovare una spinta tesa alla valorizzazione dell’identità e della comunità nazionale.